Sui prossimi appuntamenti elettorali – in cima all’agenda le comunali di Campobasso e Termoli – si sta accendendo il dibattito politico alla ripresa delle attività dopo le vacanze estive. Trattative, intese e preaccordi in realtà sono andati avanti anche nel periodo più caldo della stagione. Ma in politica, si sa, il tempo è sempre molto relativo. E il più delle volte gli accordi si sanciscono a poche ore dalla presentazione delle liste, se non, come accaduto tra la Lega e il Movimento 5 Stelle, dopo le elezioni. Per Campobasso e Termoli questa ultima ipotesi è da scartare, perché la legge elettorale per le comunali prevede l’elezione diretta del sindaco. Quindi, ogni eventuale intesa va sottoscritta prima delle consultazioni, fermo restando i casi previsti per il turno di ballottaggio.
Secondo le voci dei bene informati, che non trovano alcuna conferma ufficiale, il governo gialloverde avrebbe già sancito un accordo romano per “dividersi” i due centri più grossi del Molise: Campobasso al centrodestra, quindi alla Lega, Termoli al Movimento 5 Stelle. Stando dunque alle chiacchiere, i 5 Stelle scenderebbero in campo con una formazione non troppo forte nel capoluogo per non mettere i bastoni tra le ruote agli alleati leghisti; a Termoli Salvini e il centrodestra lascerebbero campo libero ai pentastellati.
Sarà vero? Lo sapremo solo con il trascorrere dei giorni. È evidente, tuttavia – almeno da quello che è dato sapere -, che il centrodestra sta lavorando sodo su Campobasso e meno su Termoli. Ci sono esponenti della coalizione, come l’assessore dei Popolari Vincenzo Niro, che per Palazzo San Giorgio hanno già allestito una lista «forte e competitiva» – commentano gli osservatori – e stanno lavorando alla seconda. Altrettanto assai attivo il sottosegretario Quintino Pallante (FdI). Nicola Cavaliere, Annaelsa Tartaglione e Aldo Patriciello stanno reclutando «candidati all’altezza» per la lista di Forza Italia: l’obiettivo è riportare gli azzurri a una percentuale almeno a due cifre. La Lega, seppur un po’ a ruota libera (note le incomprensioni tra la Romagnuolo e Mazzuto) va avanti come un treno in corsa. E proprio in virtù dell’ipotetico accordo romano, il Carroccio avanzerà, se non pretenderà, la richiesta di candidare un proprio uomo (o donna) alla carica di sindaco. Anche il presidente del Consiglio Micone è molto attivo nella composizione di una formazione con il simbolo dell’Udc di Cesa.
Su Campobasso, che è la sua città, si sta dando da fare senza risparmiarsi Donato Toma. Il governatore sta supportando Forza Italia, ma ha pronta nel cassetto una sua lista, che nel capoluogo è già nota come «lista del presidente».
Tante liste con un “buon” candidato sindaco, porterebbero – al di là dei “rischi” che comporta l’eventuale turno di ballottaggio – ad una vittoria quasi certa.
Su chi schierare come sindaco, la partita, almeno nel centrodestra, sembra ancora tutta aperta. È certo che Toma avanzerà la candidatura di un suo uomo, altrettanto farà l’assessore Niro e, va da sé, anche la Lega.
Il centrosinistra, come d’altronde a livello nazionale, non sta vivendo un periodo di grosso entusiasmo, nonostante governi sia a Campobasso, sia a Termoli. Si parla di primarie per il capoluogo. In riva all’Adriatico, invece, dipende dalle intenzioni del sindaco uscente. Consiglieri espressione dell’attuale centrodestra che cinque anni fa hanno sostenuto Sbrocca sarebbero disposti a ricandidarlo, purché molli il Pd. Insomma, la situazione sulla costa è molto, molto fluida.
Intanto, almeno nel capoluogo, tra il Movimento 5 Stelle si fa largo un nuovo fronte: aprire agli accordi con altre liste prima delle elezioni. Ciò adesso non è consentito dalle norme che regolano il comportamento politico (ma talvolta anche personale) dei pentastellati. Ma il limite non sembra invalicabile.
Il consigliere Luca Praitano, tra i più rappresentativi esponenti molisani 5s, in una “libera” riflessione social ammette che a livello nazionale «non è tutto come avrei sperato ma si sapeva – afferma – che sarebbe stato complicato. Tuttavia, non è questo che mi assilla. Anzi, da qualche tempo sto riflettendo in merito alla possibilità che il Movimento 5 Stelle possa competere alle prossime amministrative a Campobasso in coalizione con liste civiche. L’esperienza di governo che stiamo vivendo – ragiona Praitano -, caratterizzata da due forze politiche molto diverse che dialogano quotidianamente, smussando angoli e inghiottendo… compromessi, non fa che accentuare in me la convinzione che il Movimento, nelle competizioni elettorali amministrative (quindi anche a Termoli, ndr), alleandosi trarrebbe grossi benefici, sia in termini di crescita interna, sia per quel che riguarda il risultato elettorale. Benché il governo gialloverde sia nato perché unica alternativa al ritorno alle urne e quindi solo successivamente al voto, mi pare comunque paradossale e una vera e propria occasione persa quella di non potersi confrontare su idee per farcire un programma che possa essere la sintesi tra i 5 Stelle e altri gruppi di cittadini che, per ragioni diverse, non intendono farne parte. Ad oggi ciò non è possibile, sia chiaro! È una regola che rispetto mio malgrado ma per avere garanzie basterebbe richiedere alle liste dell’eventuale coalizione l’osservanza degli stessi requisiti che utilizziamo per formare le nostre liste: già solo il limite dei due mandati basterebbe a ridurre significativamente il rischio di riciclo da parte dei soliti noti».
Praitano conclude aprendo la discussione: «Non so cosa ne pensa il popolo 5 Stelle e sarebbe bello discuterne liberamente, ognuno dicendo la propria».
Il sospetto, ma è solo un sospetto, è che Roma davvero, ancora una volta, abbia deciso le sorti del Molise. Vedremo.
Luca Colella

 

 

 

 

 

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